COSTITUITE LE BASI DI UN MODELLO IMITATIVO PER UN'AZIONE DI CONTRASTO
ALL'USURA SU SCALA NAZIONALE
L’usura è fenomeno socio-economico che colpisce essenzialmente i cittadini in difficoltà economica minando la loro stabilita patrimoniale, i loro risparmi e le loro imprese e prolifera quando il sistema economico di un Paese va in crisi è debole ed incapace di rimettersi in moto, e la stessa cosa che capita al nostro corpo quando è stanco… crolla il sistema immunitario, diveniamo più vulnerabili, le forme virali e parassitarie ci aggrediscono e pertanto ci ammaliamo.
Purtroppo da questo male non si esce ingoiando una pillola, occorre un intervento politico tanto coraggioso quanto onesto.
Dobbiamo avere il coraggio di affermare che meglio di noi la criminalità, definita giustappunto organizzata, non solo sa giocarsi al meglio questa partita ma sa anche come vincerla e di questo tutti noi che operiamo nel settore e conosciamo il fenomeno da molti anni, ne siamo non solo consapevoli ma responsabili.
L’usura opera senza distrazioni né congedi, è un parassita sociale che fagocita i rifiuti del sistema procacciandosi innumerevoli clienti tra quelli espulsi dal credito legale, perché da questo ritenuti inaffidabili, garantendosi così quegli introiti che generano un giro di affari che supera i 140 ml di euro l’anno.
Questa ricchezza servita ogni giorno su un piatto “d’oro” è il frutto delle capacità produttive dei molti lavoratori italiani considerati veri e propri rifiuti da un sistema bancario miope, che guarda unicamente ai propri interessi, mai quelli del paese e viaggia solo a modalità informatica appiattendo i ruoli professionali dei suoi funzionari alla stregua di automi dipendenti dal click di un mouse, posseduti dallo schermo di un PC che li ingoia e gli impedisce di guardare negli occhi l’Uomo che ha davanti e riconoscere in lui un potenziale Cliente.
Potenziali Clienti del sistema bancario, lavoratori del paese, perle della nostra economia, i cittadini che hanno onorato i propri debiti ed hanno diritto di reclamare i loro diritti sono in molti, tantissimi e rappresentano l’unico carburante capace di riaccendere il motore spento dell’economia.
Clienti che tutti i giorni dimostrano, documenti alla mano, di valere molto di più di quello che è riportato negli storici di un software che conserva tracciati negativi di un trascorso che varia dai tre ai cinque anni, un profilo finanziario su soggetti ed aziende completamente sfalsato che non riesce ad offrire, allo stesso sistema, una reale analisi sul calcolo del rischio che le banche dovranno assumersi, bloccando l’accesso al credito anche quando sarebbe vantaggiosissimo concederlo, facendo di tutta l’erba un fascio, e dice:
No alla nascita di nuove imprese
No alla riabilitazione di quelle già in essere.
Si ostacola così la corsa al rilancio dell’economia, inibendo lo sviluppo di un paese sempre più allo sbando, un sistema che innalza muri troppo alti dove si frantuma la dignità di tutti coloro che, con vigore ed impeto, cercano di scavalcarlo.
Clientela sgradevole per i canali convenzionali del credito, sui quali l’usura punta tutto rischiando pochissimo in termini di condanna penale, una mole produttiva di risorse umane gigantesca che genera una domanda talmente cospicua alla quale non può che corrispondere un’offerta altrettanto proficua, che arricchisce le casse della criminalità dando così sviluppo ad una vera e propria economia illegale, che viaggia parallelamente a quella legale, con la quale il nostro Paese deve sempre più fare i conti.
Occorre un intervento coordinato ed i primi a dare tale impulso vogliamo essere noi, rappresentanti delle Associazioni, delle Fondazioni e dei Confidi, uniti sul territorio regionale del Lazio, riducendo e comprimendo il fenomeno allo stesso tempo, impedendo a quest’ultimo di dilagare, personalizzando la nostra azione d’intervento sul territorio, costituendo così un modello operativo per le altre regioni dando inizio ad un’azione di contrasto all’usura su scala nazionale.
Nel 2011 nel Lazio hanno chiuso per fallimento oltre 1200 imprese e molte di queste sono andate in mano agli usurai, a conti fatti, gli sforzi delle leggi nazionali non consentono un perfezionamento delle misure antiusura, occorre inevitabilmente una centralizzazione del fenomeno sul territorio regionale ed è per questo motivo che il ruolo degli Enti Locali diventa fulcrale.
Fino ad oggi ogni Associazione, Fondazione o Confidi, come è giusto che sia, nell’ambito dei propri interventi ha la certezza di lavorare traendo soddisfacenti risultati ma i dati regionali e nazionali non dicono questo, i rapporti sull’usura globali sono veri e propri bollettini di guerra dove si contano troppi morti e la metafora non lascia scampo a diverse interpretazioni, i suicidi per usura, estorsione e sovra indebitamento negli ultimi 15 anni sfiorano oltre i 150 casi l’anno.
E’ necessario mettere da parte gli stemmi di partito e le manie di protagonismo in questa composizione non c’è spazio per i leader; nessuno di noi, né da solo, né unito in associazioni o movimenti a scopo sociale di tipo collettivo sia pur apartitici, laici o cattolici potrà vincere questa sfida, nessuno è il designato “Salvatore del Paese” né “L’unto del Signore”.
Quello che serve è un progetto strutturato sulla solidarietà e la condivisione delle nostre esperienze sia professionali che tecniche, di quelle maturate non solo su i libri ma vissute concretamente sul campo, un coordinamento tra tutti noi e l’Ente regionale del Lazio, per una giusta predisposizione al dialogo che renda efficienti le nostre adunanze e predisponga i rappresentanti Istituzionali ad accogliere ed esaminare le nostre istanze come frutto di una reale traduzione di un’esigenza sociale ed infine, una struttura legislativa capace di rendere costituzionalmente realizzabile tale organizzazione.
Visti gli innumerevoli insuccessi raccolti in questi ultimi 15 anni, frutto del modus operandi finora attuato, è nostro dovere dare inizio ad un nuovo processo di crescita, di maturazione e di perfezionamento.
Oggi le grandi associazioni come SOS Impresa, Airp, CODICI, la fondazione Salus Populi Romani, AGISA e alle altre più piccole, ma certo non meno importanti, come L’associazione Protestati d’Italia, Cofile, Volare, Wanda Vecchi, Baccarato e ai confidi come Gafiart, Fidimpresa Lazio e tutte le altre, sono state invitate per dare valore a questi principi, formalizzando tali accordi attraverso uno Statuto a dimostrazione che tutti noi vogliamo raggiungere realmente il successo nell’azione di contrasto all’usura, all’estorsione e al sovraindebitamento.
L’architettura di un progetto solido, sarà forte tanto quanto uniti saranno gli elementi che la compongono, per questo c’è bisogno dell’intervento di tutti i componenti oggi in capo.
In questo processo di crescita l’Ente Regionale gioca un ruolo di fondamentale responsabilità; attraverso i suoi rappresentanti deve sapersi mettere al servizio dei cittadini esaminando le nostre iniziative, agevolando la condivisione delle scelte e collaborando con il CORS - Comitato Organizzativo della Rete di Sostegno antiusura delle regioni aderenti allo Statuto.
Da parte nostra è necessario saper dimostrare di essere all’altezza di concertare un tavolo di lavoro ed un centro studi non istituzionalizzato, che mantenga intatta l’autonomia stessa degli Enti che la rappresentano valorizzando il risultato del nostro lavoro, attraverso la stesura di rapporti che illustrino i risultati ottenuti sull’area regionale in termini di contrasto all’usura e al sovraindebitamento.
Allo stesso modo, affinché si possa consolidare la solidità della rete di sostegno, da parte dell’Ente Regionale deve esserci la volontà d’incentivare le attività di coordinamento con il comitato organizzativo, per un confronto trasparente e professionale, capace di rendere efficace l’azione d’intervento sul territorio, ottimizzando al massimo l’utilizzo delle risorse economiche destinate a salvaguardare la difesa dei cittadini.
ASSOCIAZIONI – FONDAZIONI – CONFIDI
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ADICONSUM___________________________________________________________________________
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