24/07/2009

Draghi: rischio usura per le imprese



ROMA: La crisi economica aumenta i rischi per le imprese italiane di cadere vittima o essere acquistate della criminalità organizzata attraverso l’usura mentre il sistema di controlli antiriciclaggio, fatto salvo anche nel provvedimento sullo scudo fiscale e che prevede che siano le banche a segnalare le somme sospette, ancorchè migliorabile, «non è da buttare».

Il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi nell’audizione alla commissione parlamentare antimafia sottolinea i pericoli per l’economia scaturiti dalla recessione da cui usciremo «con più disoccupazione e più debito». Le imprese diventano «più facilmente aggredibili da parte della criminalità organizzata» e, in una fase di bassa crescita, la lotta a questo fenomeno che frena vaste aree del paese diventa «oggi più importante che mai». Anche per questo occorre conferire al governo una nuova delega per realizzare un testo unico sull’antiriciclaggio che modifichi pure il regime delle sanzioni. Draghi risponde alle critiche e ai dubbi di molti parlamentari, in primis quelli di Antonio Di Pietro, molto critico sullo scudo fiscale che porterà, secondo il leader dell’Idv, «al rientro di capitali sicuramente illeciti». 

Draghi, ai dubbi della commissione espressi per bocca del presidente Giuseppe Pisanu, chiarisce come l’unità di investigazione finanziaria della Banca d’Italia Uif «non è un filtro di legalità» per i capitali che affluiranno dall’estero (peraltro difficilmente quantificabili al momento) poichè la Uif si muove «solo su segnalazione delle banche» e, dopo questo, attiva quindi la Guardia di Finanza e l’Autorità Giudiziaria. Se le banche «che sanno a favore di chi sono i pagamenti» non segnalano incorrono in sanzioni penali e amministrative ricorda Draghi.

Un sistema che Draghi, a seguito delle obiezioni dei parlamentari sulla sua inadeguatezza e ’gracilita« replica come sia lo stesso in uso in molti paesi del mondo rispetto a quello che prevede un meccanismo di controllo automatico in presenza di requisiti oggettivi. Piuttosto, rivendica il governatore, occorre attribuire anche all’Uif gli stessi poteri delle ’cuginè estere, poteri che possiede ad esempio la Consob in caso di insider trading come quello di far uso della Guardia di Finanza. L’azione all’antiriciclaggio in Italia però si fa comunque »più intensa ed efficace«, puntualizza Draghi, e sta producendo gli effetti desiderati.

Occorre evitare inoltre che »per il proprio tornaconto o per malintese convenienze aziendali taluni operatori« finanziari »possano indursi ad accettare o addirittura ricercare fondi di dubbia provenienza«. Per questo i vertici delle banche devono vigilare sull’adozione di efficaci presidi di antiriciclaggio a fronte di una situazione attuale di criticità ha concluso il governatore.